Camuzzi Gazometri

buildings

Gli spazi vengono alleggeriti, resi sgombri da elementi che potrebbero "aggiungersi" all'architettura dell'edificio. Apparecchi ad incasso vengono selezionati sia a soffitto che a parete, assicurando grande comfort visivo, valorizzando i materiali della costruzione, senza alterarne i colori. Le parole chiave sono: durata, trasparenza e tecnologia

Anno

1996

Luogo

Milano – Italia

Cliente/Collaboratore

Ing. Ugo Pierini

Camuzzi Gazometri per la sua nuova sede ha voluto confermare l'immagine della realtà della città come centro produttivo, una realtà che Milano non vuole negare a se stessa. In origine il complesso industriale posto su una direttrice importante come Via Ripamonti era chiuso in se stesso, con un unico grande ingresso su Via Lorenzini, come se la zona circostante non avesse alcuna relazione con il complesso stesso. La zona era scarsamente edificata e la ferrovia era l’elemento più forte con cui rapportarsi: il tessuto produttivo circostante non aveva un proprio carattere. Il recupero di un'area dismessa viene quindi visto come conferma del carattere produttivo ma anche come occasione per introdurre nuovi modi di osservare la realtà.
Durata, trasparenza e tecnologia rappresentano le linee guida dell'intero progetto architettonico. Il progetto di illuminazione ha fatto propri questi principi ed ha operato la scelta di privilegiare l’architettura e i suoi volumi utilizzando quasi esclusivamente apparecchi ad incasso sia a soffitto che a parete per non gravare di ulteriori presenze gli spazi che rimangono così sgombri da elementi che andrebbero ad aggiungersi e sovrapporsi all’edificio. Le sorgenti di luce scelte offrono una buona resa cromatica, evidenziano i materiali della costruzione, non alterano i colori, garantiscono il massimo comfort visivo. La distribuzione degli apparecchi assicura valori di illuminamento omogenei, zona – per zona, in considerazione  delle funzioni e dei compiti che vi si svolgono e in conformità con la normativa vigente. (FLARE nr. 17/18, 1998, pg. 68-79)

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