Fortezza di San Juan de Ulúa

buildings

La storia della Fortezza è ricca di avvenimenti. Attualmente è museo di se stessa, tranne un Baluardo occupato dall’Armada Messicana. Un piano di restauro e di recupero indetto dall'INAH ha condotto all'ideazione di un progetto illuminotecnico rispettoso della costruzione e dei materiali. Nelle ore notturne la Fortezza emerge dalle acque del golfo in armonia con quanto la circonda

Anno

2010

Luogo

Veracruz – Messico

L’isolotto “Chalchicueyecan” nel 1518 viene battezzato San Juan dal nome del capitano Juan de Grijalva comandante della seconda spedizione spagnola. L’isola di fronte a un piccolo villaggio (l’attuale porto di Veracruz) diventa rifugio e punto di attracco per i galeoni che portano merci e viaggiatori da e per la Spagna. Nel 1519 sbarca Hernàn Cortez, nel 1535 inizia la costruzione della Fortezza con l’utilizzo soprattutto della pietra di corallo, estratta dal fondale e sulla quale poggia le fondazioni, con il fine di proteggere, con un sistema di mura, oggi sparito, sia la città di Veracruz sia il porto dagli attacchi di pirati e filibustieri. San Juan de Ulua si trasforma, nel corso degli anni, nella Fortezza più imponente di tutto il continente e partecipa alle vicende storiche che la videro baluardo spagnolo, cadere in mano francese prima, nordamericana (1847) poi, trasformata in prigione ed infine, dopo la rivoluzione messicana (1915), sede del potere esecutivo federale. Attualmente è museo di se stessa tranne un Baluardo occupato dall’Armada Messicana. 
INAH (Instituto Nacional de Antropologia e Historia) ha varato un piano di restauro e recupero in occasione del bicentenario dell’Indipendenza e del centenario della Rivoluzione dove la Fortezza sarà “parte centrale delle celebrazioni”. Il piano di recupero diviso in due fasi contempla la creazione di un nuovo museo ed interventi di archeologia subacquea per il recupero di imbarcazioni e carichi sommersi da secoli. 
La prima fase di interventi prevede un nuovo progetto di illuminazione del complesso esterno delle mura, degli ingressi, dei bastioni, delle torri, dei baluardi per restituire al porto e alla città l’immagine della Fortezza. La scelta di non intervenire con l’impianto elettrico sull’edificio nel massimo rispetto della costruzione e dei materiali prevede di liberare la massa muraria da ogni traccia impiantistica e di posizionare batterie di proiettori remoti per l’illuminazione del complesso architettonico con luce riflessa dallo specchio d’acqua. Sono state individuate tre postazioni antistanti alla fortezza per l’installazione di batterie di proiettori: le due zone parcheggio per l’illuminazione con luce riflessa dal mare del Baluardo di San Pedro, di Santiago e della darsena de Guadalupe - il molo per l’illuminazione, sempre per riflessione dell’acqua, del Baluardo de la Soledad, di San Crispino, della Darsena di San Vicente e per completare l’illuminazione del Baluardo di San Pedro. I proiettori, orientabili, con lampade a alogenuri metallici 2000W ad alta resa cromatica, altissimo rendimento, ottica spot presentano ridotte dimensioni, materiali resistenti e la possibilità di essere aggregati in torri faro.
La torre di San Felipe viene illuminata dalla copertura adiacente con una piccola batteria di proiettori con sorgenti LED. Nelle ore notturne la Fortezza emerge dalle acque del golfo con valori di illuminamento omogenei e relativamente elevati (100 lux circa) in armonia con le luci della città, del porto marittimo, dell’ antistante lungomare, in assenza di apparati di illuminazione visibili.

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